Giovanni Morelli
Storie di Maestri, discepoli, arboricoltori e alberi,
forse anche storie di cocciuta tenacia, di certo storie di passioni.
Ieri, ancora una volta, mi sono trovato al cospetto del grande, magnifico Cipresso francescano di Villa Verucchio.
Non ero da solo, ma circondato da colleghi e amici, alcuni dei quali come me da anni impegnati nella paziente cura di questo esemplare; cura che non sarebbe stata possibile senza la lungimirante attività di tutela della Regione Emilia-Romagna.
Analisi della stabilità, potatura e, finalmente, allargamento dell'aiuola e scopertura dell'apparato radicale.
E così da una soleggiata giornata del Febbraio 2024, il ricordo è andato all'estate 2009, 15 anni fa.
Allora, all'ombra del Cipresso insieme a me, c'era Pierre Raimbault che curò l'imponente studio morfofisiologico dell'albero, ne delineò l'evoluzione futura a partire dal suo più lontano passato e ne definì il geniale piano di cura pluriennale (a sinistra una delle slide dalla relazione del 2009 nella quale, ai piedi dell'albero compare anche Pierre).
Un piano che, come si conviene alla transgenerazionale natura arborea, finì per sopravvivere al suo estensore.
Da allora non fu sempre facile rispettare tempi e modi di intervento, a causa delle mille contingenze tecniche, economiche, burocratiche e anche umane che sempre accompagnano la gestione della cosa pubblica.
E così, solo ieri, da discepolo di Pierre - e grazie all'appassionata fatica dei ragazzi di Tedioli Arboricoltura - sono finalmente riuscito ad allargare quell'aiuola e a condurre a termine la scopertura radicale che il mio maestro aveva auspicato tanti anni prima (foto a destra, scattata da Teddy).
A lui e ai "suoi" alberi dedico con infinita gratitudine questa giornata. 🌿
#proudtobeanarborist 💚
🌲 World nature Day 🌳
Come ogni anno, il 3 marzo si celebra la giornata mondiale della natura, per onorare le meravigliose e varie forme di fauna e flora selvatiche, diffondendo consapevolezza sugli essenziali benefici che la loro conservazione garantisce agli esseri umani. 🌿
Noi, attraverso l’attività di tutela, conservazione e valorizzazione degli alberi monumentali cerchiamo di portare un concreto contributo a questo tema.
L’albero monumentale, può essere definito come esemplare di esclusivo ed individuale interesse biologico, oltre che culturale, storico ed estetico. Questi eccezionali individui sono dei sopravvissuti, di un paesaggio, un ecosistema, di un uso del suolo e di una precisa fase di una vita degli uomini che, generazione dopo generazione, li hanno piantati e accuditi. Sono il risultato di un secolare processo di evoluzione morfofisiologica che li ha plasmati, conferendone l’unicità nei confronti della quale a nulla valgono le più comuni pratiche agronomiche, arboricolturali e diagnostiche. 🌱
A titolo di esempio, riportiamo l’ultimo atto della ormai pluriennale attività di cura al Cipresso di San Francesco, situato presso il Monastero Francescano di Villa Verucchio (RN), già A.M.I. (Albero Monumentale d’Italia) e inserito nel lungimirante programma di tutela degli Alberi Monumentali da parte della Regione Emilia-Romagna. Si narra che San Francesco, durante il viaggio in provincia di Rimini nel XIII secolo, abbia piantato nel terreno il “bordone” che lo sorreggeva durante il viaggio, questo bastone attecchì in forma miracolosa dando vita a un Cipresso che sarebbe rimasto nella storia. In 800 anni di vita, oltre ad aver affrontato gli eventi atmosferici che si sono succeduti, l’albero è sopravvissuto anche alle minacce a causa dell’uomo; in particolare nel periodo napoleonico del 1800 quando l’esercito francese, entrato nel convento, ricevette ordine di abbattere l’albero; fu solo un tempestivo contrordine che, all’ultimo minuto, fermò la mano dei soldati che già si prestavano ad appiccare il fuoco alla base del Cipresso, ancora oggi segnato dalle antiche ustioni. Fu poi la volta di un incendio che interessò parte del complesso monastico, fino ai danni causati dalle truppe di occupazione tedesche durante la seconda guerra mondiale che ne bruciarono una parte per scaldarsi.
L’attività di recupero si fonda sugli studi condotti dal Professor Pierre Raimbault nel 2009, che curò l'analisi morfofisiologica, delineandone l'evoluzione futura, definendo il geniale piano di cura pluriennale. Analisi di stabilità, scalari attività cesorie, riempimento della cavità interna con apposita miscela atta a favorire l’attività delle radici endocormiche, allargamento dell’aiuola e scopertura dell’apparato radicale con successiva integrazione del substrato sono le attività agronomiche ed arboricolturali ad oggi eseguite.
Noi abbiamo fatto del nostro meglio ora tocca alla natura a fare il resto. 🍀
資料來源:
AR.ES sas 由 Gasperini Stefania & C.