被斷頭的樹,讓樹回復穩定是機會可以辦到的 Si può fare.

 被斷頭的樹,讓樹回復穩定是機會可以辦到的





Si può fare.

La settimana scorsa si è concluso il lungo percorso di recupero dei Platani di Piazza "Martiri del 7 Luglio" a Reggio Emilia.

Ideato, magistralmente disegnato e descritto da Pierre Raimbault nel 2007 e realizzato dalla ditta "Non Solo Verde" sotto la mia direzione dopo la prematura scomparsa di Pierre, questo intervento  illustra sia le potenzialità plastiche degli alberi (variamente declinabili in funzione delle diverse specie e dei diversi quadri morfofisiologici degli individui trattati) che l'importanza dell'analisi morfofisiologica nella cura degli stessi.

La morfofisiologia, infatti, è una pratica interpretativa che conferisce prevedibilità all'evoluzione dell'albero, sia in senso naturale che in risposta ai nostri interventi, segnatamente potature. La prevedibilità, a sua volta, è il principio sul quale si fonda la scalarità cesoria. La prevedibilità della "risposta" arborea, dunque, permette all'arboricoltore di mantenere il controllo sugli esemplari trattati e garantisce a questi ultimi il progressivo raggiungimento di una autodeterminazione biologica e morfologica.

La storia di questi alberi è assai semplice ...

Esemplari di grandi dimensioni - frutto di un espianto stradale - i Platani furono messi a dimora nel 2007. 

Pur a fronte di un buon vigore vegetativo, gli esemplari presentavano chiome pluricapitozzate e parzialmente necrotiche, di fatto inutilizzabili per la futura strutturazione di una massa rameale adeguatamente sviluppata e funzionale.

Per questo motivo nel febbraio 2008 furono nuovamente ... capitozzati. 

La vegetazione emessa dopo il taglio (tronchi reiterati totali traumatici - i "succhioni" per capirci) fu quindi diradata, accorciata e progressivamente riequilibrata (ci sono protocolli operativi specifici che non è possibile illustrare in questa sede), fino all'ultimo intervento del 2023 che ci restituisce Platani ormai riguadagnati alla piena autonomia.

Nessuno squilibrio architettonico, nessuna carie, nessuna necrosi, nessuno scompenso energetico, ormonale o meccanico.

Fine.

Questa vicenda mi offre anche occasione per una riflessione di più ampio respiro.

Nonostante ad oggi nessuno abbia fornito una definizione di "capitozzatura" morfofisiologicamente soddisfacente (io ne ho fornito una e invito i curiosi a frequentare i miei vecchi post al proposito), tutti i regolamenti del verde, così come i diversi protocolli e disciplinari operativi ne vietano tassativamente l'applicazione.

Da professionista che opera in scienza e coscienza, tuttavia, personalmente mi rifiuto di sottostare a questo divieto ideologico.

La capitozzatura, come altre tecniche, è uno strumento nelle mani dell'arboricoltore. Quando circostanziata, oltre che applicata con moderazione e competenza, la capitozzatura salva un albero già problematico da ulteriori - forse peggiori - sevizie.

Possiamo forse impedire, per regolamento, al chirurgo di praticare amputazioni?

La storia dei Platani di Piazza "Martiri del 7 Luglio" a Reggio Emilia è qui a dimostrarlo: guardateli ieri, guardateli ora.

Non bisogna vietare la capitozzatura, bisogna impedire agli incompetenti di mettere le mani sugli alberi!

E qui è il punto. Si può fare, ma per farlo servono competenza, coerenza e tempo. Serve deontologia professionale.

Servono Arboricoltori orgogliosi di esserlo. 🌿

P.S.

Dai commenti si astengano tutti i "sarebbe stato meglio se ...". Anticipo le obiezioni: si, sarebbe stato meglio partire con altri Platani.

Ma io sono un arboricoltore. Ascolto il mio Committente, studio l'albero e, quando posso, agisco. Offro soluzioni.

Sarebbe stato meglio, certo, ma non è male neanche così. 😉

#facciamoilmestierepiùbellodelmondo 💚

#dignityfortrees 💚

#proudtobeanarborist 💚


資料來源:

Giovanni Morelli


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