Ed ecco l’ultimo albero del 2024. 這就是2024年的最後一棵樹。

 Ed ecco l’ultimo albero del 2024.




Lui è il meraviglioso Platano di San Rocco, da secoli addossato all’omonima, piccola pieve alle porte di Lendinara (RO).

Questo enorme esemplare - il cui valore è attestato dalla sua iscrizione negli elenchi A.M.I. (Alberi Monumentali d’Italia) - era un mio “paziente” già da diversi anni quando, nell’estate del 2018, fu gravemente danneggiato da un terribile evento meteo che flagellò questo angolo di pianura veneta. 

Privato di buona parte della chioma (foto piccola in basso a sinistra), il Platano reagì con abbondante produzione di vegetazione avventizia (tecnicamente reiterati totali traumatici) in un contesto di totale anarchia architettonica e, di conseguenza, di potenziale disordine metabolico.

Già dal primo inverno dopo il trauma iniziò un lento, graduale e misurato intervento di ricostruzione della massa rameale, volto a ripristinare l’equilibrio ormonale dell’esemplare e a minimizzare i potenziali pericoli di ulteriori cedimenti derivanti da una chioma ormai innaturalmente “aperta” all’azione del vento; il tutto cercando sempre di mantenere l’autonomia energetica, ovvero muovendosi entro i limiti quali-quantitativi di asportazione della massa fotosintetizzante attiva che non ne intaccassero la naturale resilienza fotosintetica. 

Un lavoro paziente, anno dopo anno, fino alla vigilia della nuova potatura, già programmata per l’inizio del 2025 (foto grande al centro).

Se tutto andrà come deve - complici i naturali meccanismi di morfogenesi rameale - con altri due interventi (oltre a quello già programmato), il Platano sarà restituito ad una sua esteriore (ma, visto che negli alberi le due cose coincidono, anche reale …) naturalità.

Per seguire gli alberi nel loro evolvere bisogna conoscerne le regole di autodeterminazione morfologica, accettarne la ciclicità stagionale, comprenderne quel lento, prudente incedere che rappresenta la cifra di esseri sedentari, autoriciclanti e potenzialmente immortali; luoghi fisici e, nella loro accezione culturale, luoghi dell’anima. 

Serve scienza, tecnica, ma - credetemi - anche mistero e senso del sacro; potare è un rito, una cerimonia. Bisogna chiedere il permesso … 

Agli sgoccioli di questo anno, dunque, questo post è un ringraziamento. 

Agli alberi, che accompagnano la nostra vita, al mestiere che abbiamo nelle mani, ai maestri che ci hanno guidati e, pur se andati, restano in ogni nostro gesto, agli allievi che - forse - verranno e sono già in cammino, agli arboricoltori che degnamente e con fatica svolgono il loro, spesso anonimo, lavoro, alle mattine gelide di brina, ai pomeriggi sudati, alle radici che, ignorate, scavano e dissodano, alle foglie che volano nella bora autunnale, ai filari lontani nella nebbia, alle foreste dove non dovremmo andare se non in sogno. 

Grazie al senso di meraviglia bambina che ancora proviamo nello sfiorare la corteccia. 🌿


這就是2024年的最後一棵樹。


這座巨大的樹木,其價值已被列入AMI(義大利紀念性樹木名錄)所證實,是我多年來的「病人」。威尼托平原的蠟燭,這棵梧桐

也因此受到了嚴重的損害。


在災難發生後的第一個冬天,我開始了一項緩慢、審慎的干枝重建工作,旨在恢復這株樹木的荷爾蒙平衡,將因樹冠不自然地「敞開」而受到風力影響的潛在影響危險降到最低;同時還需維持其能量的自主性,即確保縮短時間限制對光合作用活性部分的刪減,以維持其天然的



這是今年又一年的耐心工作,一直到2025年初就計畫進行的新煞車(見中間的大圖)前夕。


要隨著樹木的演化而進行護理,需要了解它們形態自決的規律,接受它們的循環,它們理解那樣緩慢而穩定的節奏——這就是這些固定生存、能循環、甚至可能永生的生命的特徵。它們是具體的空間,也是文化價值靈魂的所在


在今年即將結束的國際會議上,這篇文章是一份感謝

感謝我們仍能懷抱的


資料來源:

Giovanni Morelli──和 Marco Braga 。


Share this:

CONVERSATION

0 意見:

張貼留言